Piatti della serie allegorie delle stagioni della manifattura Galvani del 1930 circa
Le vicende della ceramica italiana del XX secolo appaiono un unicum sul palcoscenico della produzione mondiale sia per la qualità stilistica e formale attenta alle istanze più innovative del mondo artistico contemporaneo sia per il proliferare di pregevoli botteghe artigiane e fornaci industriali su tutto il territorio nazionale.
Rifioriscono antichi centri ceramici di grande tradizione con una produzione ricca di aneliti innovativi: “Vietri sul Mare, Albissola, Nove, Deruta, Montelupo Fiorentino, Pesaro e Sesto Fiorentino, mentre manifatture come Richard-Ginori, Società Ceramica Italiana, Gregorj, Galvani, MGA, Franco Pozzi, Laboratorio Pesaro, Lenci, Bitossi, Mancioli e Rometti” traducono nelle nuove esigenze del moderno design gli spunti decorativi e formali dell’arte contemporanea.
La serie dei Mesi è invece ben più comune. Era ben presente già nel repertorio iconografico dell’Antonibon di Nove nel secolo precedente” e la incontriamo anche in ceramica ordinaria o in terraglia neoclassica del primo Ottocento, come da Bernardi di Nove o Roberti di Bassano». Ma nella produzione popolare del pieno Ottocento acquisirà ben altro slancio diventando “il poemetto della pittura rustica”. Ogni pittore interpreta il Carnevale di feb-braio, l”aprile dolce dormire” o l’arrivo della fioritura di maggio, dando un accento narrativo e pittorico diverso all’intera serie, diverso il numero di figure nelle scene, diverso il gioco decorativo della tesa.Ognuno di questi doveva possedere un accento ammiccante per attirare le clienti quando era esposto sulla paglia nei mercati di piazza, così come seduce oggi i collezionisti.
Ai nostri giorni una serie completa dei Mesi del XIX secolo è un’ autentica rarità, molto ambita, ricercata come il “violino di Faenza” di Champfleury: quelle del “pittore delle ombre” di Cecchetto® o la serie degli Angeli di Todescan® – solo per fare due esempi – sono fra queste. Ma molti sono i piatti appartenenti a serie ormai smembrate che possiedono un’autentica grazia nella scenetta con cui viene interpretato un mese..
I Piatti della serie allegorie delle stagioni si inseriscono in questa tradizione, quelli con decoro all’aerografo sono stati realizzati dalla manifattura Galvani di Pordenone. L’autore è il ceramista Angelo Simonetto che li ha prodotti intorno al 1930 circa.
Le quattro stagioni sono impersonate da quattro figure femminili. L’inverno è raffigurato come una donna intenta a trasportare fascine di legna. La primavera è dipinta come una giovane con le ceste piene di fiori colorati. L’estate invece ritrae una giovane che trasporta mazzetti di grano.L’autunno è rappresentato da una donna con la gerla piena di grappoli d’uva a ricordare la vendemmia.
Dimensioni diam 35,5 cm