Omaggio ad Arcangelo Persano
IN GIRO PER UNA MOSTRA
L’arte, in ogni sua manifestazione, è la più alta espressione
umana di creatività e di fantasia, momento unico che permette
di esteriorizzare tutta la sconfinata interiorità dell’artista.
Nella creazione di un’opera d’arte si assiste, come sosteneva
Friedrich Shelling, alla straordinaria fusione di una fase
inconscia, quella dell’ispirazione, e di una conscia, la concreta
realizzazione dell’idea. In questa situazione, l’artista riesce ad
isolarsi da ogni elemento di disturbo e di contrasto, diventando
una cosa sola con quanto va producendo. Questa unione quasi
mistica e assolutamente speciale dimostra chiaramente quali
livelli possa assumere la concentrazione e il ripiegamento
interiore. Queste caratteristiche sono più evidenti nelle arti
figurative, ma si trovano anche in altri campi artistici, quali la
letteratura e la musica.
Ed è per questo forse che il maestro Persano si avvale della
poesia, per questa sua comunanza con la pittura dell’atto
creativo. Vorrei usare il pensiero del filosofo greco Aristotele
sul come concepiva l’artista, il poeta. La poesia, egli scrive
nella sua Retorica, è un non so che di ispirato: “Eveov yáp n
noinois”, e nella sua Poetica egli parla di una sorta di frenesia,
di estasi:
“uaviyoi, éyotaTIyoi” che consente all’artista di
identificarsi con i suoi personaggi e con i suoi paesaggi, di
perdersi liricamente in essi. Per Aristotele la creazione artistica
sia del poeta come del pittore è un fatto divino.
Nelle pubblicazioni del maestro Persano “Versi d’Amore”
del
2017 e
“Luomo di Bristol Bay(Alaska) del 2019, in queste
raccolte si possono trovare molte pagine dedicate al mondo
femminile, altra grande passione dell’artista. Vi si coglie tutto l’amore che Persano serba per la vita e le sue creature.
In Bristol bay sembra volersi congedare da noi, ringraziando
l’habitat inospitale che pure lo accolto, la baia gelida d’Alaska,
il ghiaccio e l’orso, la freddezza di noialtri bigotti e la preda da
catturare.
Così nei suoi dipinti si può notare l’influenza di De Maria.
Certe reminiscenze Chagalliane quando in gioventù dipingeva
con figure abbozzate e svolazzanti e colori spirituali.
I disegni a penna dove ci sono dei galletti, ricordano per
ricchezza e espressività il pittore Boucher.
Per la sua spontaneità unità all’ ingenua giocosità nel periodo
della ragazza di Bristol bay si nota
un
approccio
naïf caratterizzato da una notevole
semplificazione concettuale e da una certa immediatezza
tecnica ed esecutiva, sia nel disegno sia nella stesura del
colore e nell’impianto prospettico e compositivo d’insieme. Il
tema predominante è la rappresentazione della realtà sociale
più umile e quotidiana, generalmente in chiave favolistica,
poetica o magica.
Questo particolare approccio all’arte assunse rilevanza
storica a partire dalla fine del XIX secolo, quando Rousseau
il Doganiere espose opere di tale impostazione al Salon des
Indépendants del 1886, suscitando interesse ed ammirazione
da parte dei letterati Alfred Jarry e Guillaume Apollinaire,
oltre che, anni più tardi, del giovane Pablo Picasso, al pari di
quanto avveniva in quegli stessi decenni per l’arte primitiva.
Persano varia nelle sue opere l’uso della tecnica, dal collage
alla mista, rivendicando per la sua produzione la libertà di
potersi esprimere con mezzi (il collage) e soggetti (cavalli,
barattoli, navi, santi) per lui inediti.
Bisogna ricordare che l’arte nel passato ha sempre avuto come suo fine ultimo quello di veicolare un messaggio. Nel periodo
classico l’arte trasmetteva ideali di forza, bellezza, razionalità
olimpica, in epoca rinascimentale l’arte è stata asservita
alla Chiesa che con la sua simbologia arricchiva le opere
degli artisti.
È cosi fino all’arte contemporanea dove le opere degli
artisti hanno perso quella simultaneità tra forma e
significato, cioè tra la sembianza dell’opera e il suo
messaggio. Ad esempio di una statua classica di un
imperatore raffigurato con il suo destriero appare ovvio
il suo fine, esaltare le gesta di questo uomo, mettere in
risalto il suo valore, così come la Temperanza è raffigurata
da Giotto nella Cappella degli Scrovegni come una figura
femminile che impugna una spada strettamente legata
da nodi, simboleggiante come essa non ricorra alla forza.
Si pensi ora all’astrattismo di Mondrian o Kandinskij,
difficile che parli che dica le stesse cose a ciascuno di noi.
Sempre nella poetica del maestro si trova il significato
che egli attribuisce alla sua pittura, da
“L’uomo di Bristol
Bay (Alaska): “Qualche foca baffuta per modello e due
strisce d’azzurro per panorama, Tutto qua il senso della
sua pittura”.
Edoardo De Munari
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