La città di Vicenza nelle vedute di Neri Pozza
BIOGRAFIA DI NERI POZZA
Neri Pozza nasce a Vicenza il 5 agosto 1912. Inizia la propria attività come scultore nel 1933 seguendo l’esempio del padre, Ugo Pozza. Nell’ampia produzione è forte il richiamo di Arturo Martini e di Marino Marini. Espone alla Biennale di Venezia nel 1952 e nel 1958, alla Quadriennale di Roma e ancora alla Biennale veneziana della grafica. Nell’attività letteraria Pozza si distingue con volumi quali Processo per eresia (1970), Premio selezione Campiello, Comedia familiare (1975), Tiziano (1976), Le storie veneziane (1977), Una città per la vita (1979), Vita di Antonio, il santo di Padova e alcuni scritti sulla memorie della Resistenza come Barricata nel Carcere. Nel 1946 fonda la casa editrice che porta ancora il suo nome. Muore a Vicenza il 6 novembre 1988.
LE VEDUTE DI VICENZA DI NERI POZZA
Nelle vedute Vicenza è infatti protagonista, con le sue strade, i suoi palazzi, i suoi cortili, le sue case.
La serie delle “Vedute di Vicenza” nascono nel 1951: per Neri Pozza, un ritorno all’arte dell’incisione dopo l’intenso periodo della scultura. Con l’incisione si era già misurato a partire dalla seconda metà degli anni ’30, frequentando il laboratorio degli orefici alla Scuola d’Arte e Mestieri con il maestro Zanotto. La prima incisione è datata 1935, quando su una lastrina di zinco riproduce per prova una veduta dei colli Berici. Dopo una pausa durata fino al 1948, l’artista si riavvicina all’incisione con il desiderio di ritrarre Vicenza vestendo i panni di una sorta di “architetto della memoria”, per lasciare una memoria ai posteri. Protagonista delle vedute è dunque la città, scrutata con l’occhio acuto, lucido e appassionato del residente: di chi ama e conosce la sua città, ma vuole anche capirla e investigarla. ”Vicenza – scriveva Neri Pozza – è città aristocratica, cresciuta fra le colline e gli alberi, dove le case e i palazzi stanno in contrappunto con le piazze e i cortili. Vicenza, la città amatissima di Goethe, sta nel cielo dell’architettura”.
La serie completa delle Vedute conta un centinaio di ritratti della città, colta da angolazioni diverse.
Le prime Vedute, tra la fine degli anni quaranta e gli anni cinquanta, sono quelle della città vista dal rovescio dell’Araceli, verso il ponte delle Barche e dell’Astichello o verso parco Querini: panorami costruiti con linearità e semplicità di segni. Sul finire degli anni cinquanta la visuale si sposta dall’alto della collina di Monte Berico verso la carena della Basilica: panorami costruiti con linearità e semplicità di segni.
Nel decennio dal 1960 al 1970 le vedute di Vicenza si appiattiscono su un orizzonte ampio, dalla cattedrale alla cupola di Santo Stefano: è il periodo cosiddetto delle “rovine”, dove l’artista fa riferimento alle distruzioni degli ultimi anni della guerra nel 1944 – 1945 ma anche a quelle morali.
L’ultima fase delle incisioni si apre ad una volontà “ricostruttiva”: riappaiono ben visibili forme e volumi, le strade e gli edifici diventano di nuovo riconoscibili. Siamo negli anni Ottanta. Il senso di alto impegno civile di Neri Pozza si rivela anche con la presa di posizione verso una città diventata più rispettosa dei monumenti ma non così attenta alla qualità della vita.
Queste sono alcune stampe che la nostra galleria propone in vendita.